Modulo 2: Consigli pratici per introdurre e accogliere bambini e bambine con disabilità visive in un impianto sportivo
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Modulo 3: Metodi per spiegare gli esercizi a bambini e bambine con disabilità visive
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Modulo 4: Metodi di guida per bambini e bambine con disabilità visive durante le attività sportive
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Modulo 5: L’importanza di adattare le attrezzature sportive
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Modulo 6: Strategie per il coinvolgimento e la motivazione
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Modulo 9: Risorse e riferimenti aggiuntivi
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Quiz Finale
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Corso MOOC per promuovere lo sport e l’approccio al movimento tra i bambini e le bambine con disabilità visive

USARE GIOCHI E FIABE MOTORIE

Quando si progettano attività per bambine e bambini piccoli, è essenziale concentrarsi sul loro naturale bisogno di divertimento, utilizzando l’immaginazione come potente strumento di coinvolgimento. I bambini e le bambine vivono in un mondo di fantasia in cui l’animismo fa parte della vita quotidiana, impersonando i personaggi dei cartoni animati o dei film di animazione, insieme ai loro coetanei e coetanee.

In questo contesto, i giochi e le fiabe motorie (Seclì P., Farnese A., 2021) diventano una strategia molto adatta e accessibile per coinvolgere i bambini e le bambine nello sport. Infatti, incorporare il racconto nelle attività sportive può aiutare a coinvolgere anche i bambini e le bambine più restii, accendendo il loro interesse per il movimento e la partecipazione.

Inoltre, i giochi rappresentano una preziosa opportunità di apprendimento, soprattutto per bambini e bambine con disabilità visive. Per loro natura, i giochi comportano situazioni in continuo cambiamento che richiedono ai bambini e alle bambine di adattarsi e cambiare continuamente il loro comportamento. Per questo motivo, i giochi sono un modo efficace per favorire i processi di apprendimento e la capacità di risolvere i problemi.

I giochi sono anche un potente strumento di inclusione. Una volta stabilite le regole del gioco, anche se possono essere modificate o adattate, queste rimangono le stesse per tutti i/le partecipanti, consentendo a ogni giocatore/giocatrice di sviluppare strategie e di lavorare per raggiungere gli obiettivi del gioco in un contesto condiviso ed equo.

Di seguito presentiamo alcuni esempi di giochi motori che utilizzano il racconto per rendere l’attività fisica più motivante e coinvolgente.

La strega ghiacciata

Scegliete un bambino o una bambina che interpreti il ruolo della “strega”. Date loro una palla sonora o chiedete loro, all’inizio del gioco, di battere le mani mentre si muovono, in modo che i giocatori o le giocatrici con disabilità visiva possano percepire il suono e individuarli.
Anche un bambino o una bambina con disabilità visiva può interpretare il ruolo della strega, purché sia accompagnato da una guida.

A ogni bambino o bambina con disabilità visiva deve essere assegnata una guida che lo aiuti a non urtare oggetti o altri giocatori o giocatrici durante il gioco.

Al segnale dell’insegnante, la strega si mette a correre e deve cercare di toccare gli altri bambini e bambine. Chi viene toccato deve bloccarsi, rimanendo fermo con le gambe divaricate e aspettando di essere liberato da un coetaneo/coetanea. Per liberare, un altro bambino/bambina deve passare sotto le gambe della persona congelata.

Per rendere il gioco inclusivo, ogni bambino/bambina dovrebbe pronunciare il proprio nome ad alta voce mentre si muove, in modo che i partecipanti e le partecipanti con disabilità visiva possano seguire la posizione di tutte le persone durante le fasi dinamiche dell’attività.

Il gioco del/della superstite

Preparate un corridoio o un passaggio attraverso il quale i bambini e le bambine devono correre. Un bambino o una bambina con disabilità visiva può completare il percorso autonomamente usando il bastone o con il supporto di una guida. Fate posizionare un bambino o una bambina all’esterno del corridoio, con in mano una palla sonora.

Al segnale dell’insegnante, i bambini e le bambine iniziano a correre, uno alla volta o tutti insieme, cercando di attraversare il corridoio senza essere colpiti dalla palla sonora che rotola.

Il bambino o la bambina all’esterno deve far rotolare la palla a terra per cercare di colpire chi corre. Chi viene colpito si unisce al giocatore/giocatrice fuori dal corridoio e aiuta a far rotolare la palla nei turni successivi.

Una variante consiste nel posizionare i bambini e le bambine che lanciano la palla sui due lati del corridoio, in modo che chi passa deve stare attento agli stimoli provenienti da entrambi i lati.

Come nel gioco precedente, chi corre deve pronunciare il proprio nome ad alta voce mentre si muove, in modo che i bambini e le bambine con disabilità visiva possano individuare e lanciare meglio la palla verso il bersaglio.

Ragni e mosche

Scegliete un bambino o una bambina che interpreti il ruolo del ragno, che si può muovere lateralmente lungo la linea centrale del campo. Il resto del gruppo rappresenterà le mosche, che dovranno cercare di sfuggire alla tela del ragno.

Il ragno può catturare le mosche toccandole. Una volta che una mosca è stata toccata, diventa un ragno e deve unire le mani o le braccia con gli altri ragni, formando così la “ragnatela” che crescerà di volta in volta.

Il ragno (o i ragni) deve battere le mani o tenere in mano una palla sonora per rendere la sua presenza rilevabile attraverso il suono. Nel frattempo, le mosche devono ripetere continuamente una parola (per esempio, il loro nome) per aiutare gli altri a localizzarle con il suono.

I bambini e le bambine con disabilità visive possono partecipare come mosche o ragni, accompagnati da una guida che garantisce la sicurezza dei movimenti e aiuta a evitare collisioni con oggetti o altri bambini e bambine.

Il gioco termina quando tutte le mosche vengono catturate.

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